Carie e Kinnaur Himalaya al Trento Film Festival

Carie e Kinnaur Himalaya al Trento Film Festival

Carie e Kinnaur Himalaya al Trento Film Festival

Al Trento Film Festival 2020 con 2 film sostenuti da Ferrino


“Carie” e “Kinnaur Himalaya” due piccole produzioni di grande sensibilità verso tematiche sociali e ambientali legate al mondo della montagna sono state selezionate per questa edizione 2020 del Trento Film Festival. Dal 20 agosto al 2 settembre sarà possibile assistere alla proiezione di questi due film a cui Ferrino ha scelto di legarsi per la qualità del lavoro cinematografico, ma soprattutto per l’importanza dei temi trattati.

“Due film in linea con i principi di rispetto culturale, turismo responsabile e tutela del territorio che Ferrino promuove da sempre” afferma Anna Ferrino, Ceo. “Siamo orgogliosi di aver sostenuto e supportato progetti di ampio profilo artistico e di grande spessore culturale che affrontano con serietà e profondità due temi a cui siamo molto sensibili”. 

Da un lato il racconto di una storia vicina a noi, sulle Alpi Apuane, dove l’escavazione del marmo ha cambiato la forma delle montagne, trasformandole ma allo stesso tempo garantendo una fonte di reddito per la popolazione locale. Dall’altra parte una storia che trova location ai piedi delle più grandi montagne della Terra, in un territorio dove l’arrivo della modernità ha stravolto gli equilibri sociali.


  

Carie

Di Achille Mauri

La percezione di un luogo, l’idea che ce ne facciamo e quali emozioni suscita in noi sono strettamente legate al tipo di interazione tra le parti. Carie è la scoperta di una dimensione nuova dell’arrampicata, ma allo stesso tempo una scusa per fermarsi a riflettere su cosa significhi mantenere l’equilibrio tra salvaguardia ambientale e sviluppo umano, creando una discussione a più voci sulla questione.

“Carie” nasce in contemporanea a uno shooting fotografico Ferrino - Rock Slave, organizzato da Marzio Nardi insieme ad Achille Mauri e Federico Ravassard presso le cave di marmo di Carrara. Un progetto che parte dall'arrampicata e si estende al rapporto con un territorio ferito, come quello delle Alpi Apuane, montagne non più montagne perchè distrutte dall'attività estrattiva. Da qui nasce l'idea di Marzio, Achille e Federico: non limitarsi a fare fotografie, ma dare voce a un territorio, una comunità. Soprattutto studiare quel rapporto tra montagna, verticalità e ostinazione , che rappresentano l’anima di questi luoghi, riportandoci in qualche modo all’anima dell’arrampicata.





Kinnaur Himalaya

Di Emanuele Confortin

Il Kinnaur è un distretto tribale dell’Himalaya indiano, luogo di spiriti, esorcismi e grandi cime dove sopravvive il culto degli oracoli di villaggio. Dopo secoli di isolamento, negli ultimi decenni il Kinnaur ha dovuto fronteggiare le sfide di una modernità incalzante, che ha stravolto gli equilibri sociali, sostituito antiche attività agro-pastorali e attirato migliaia di migranti. La monocoltura delle mele è la trasformazione più evidente, ma potrebbe avere vita breve a causa del cambiamento climatico.

“Kinnaur Himalaya” è un progetto che unisce indagine etnografica, analisi giornalistica e reportage. “L’indagine si svolge tra i Kinnaura, popolazione minacciata nella sua integrità dalla crisi idrica causata dal cambiamento climatico e dalle seduzioni di una delle più vivaci economie del pianeta” spiega l’autore, che in Kinnaur ha vissuto più di sei mesi, tra il 2003, 2005 e 2018.