Matteo Della Bordella racconta l'avventura al Siula Grande

Matteo Della Bordella racconta l'avventura al Siula Grande

Matteo Della Bordella recounts the Siula Grande adventure

Alla fine dello scorso mese di luglio l'ambassador Ferrino, con gli scalatori della SMAM Sezione Militare di Alta Montagna dell'Esercito Italiano, ha aperto "Valore alpino", una nuova via sulla splendida cima sudamericana di 6344 metri, con il prezioso supporto delle nostre più evolute attrezzature da alpinismo

 

È cominciata nel migliore dei modi la collaborazione fra Ferrino e Matteo Della Bordella, uno dei più forti e conosciuti scalatori italiani, membro dello storico gruppo dei Ragni della Grignetta.

 

Nello scorso mese di luglio Matteo è infatti partito alla volta del Siula Grande, una delle montagne più iconiche e difficili della Cordillera Huayhuash, nelle Ande Peruviane, per tentare di salirne l'inviolata parete Est, in cordata con Alessandro Zeni, Marco Majori, Filip Babicz e Stefano Cordaro, nell'ambito della spedizione organizzata dalla SMAM, la Sezione Militare di Alta Montagna dell'Esercito Italiano, per celebrare i 150 anni di fondazione del Corpo degli Alpini.

Ferrino è stato al fianco di Matteo, mettendo a disposizione i modelli più evoluti e performanti delle sue tende e zaini da alpinismo tecnico.

 

Come spesso accade i progetti elaborati prima della partenza hanno dovuto fare i conti con la realtà e le condizioni del terreno.

"Dopo i primi tentativi di salire direttamente la Est ci siamo resi conto che quest'anno la parete presentava molti pericoli oggettivi - racconta Della Bordella - L'inverno è stato povero di neve e, nonostante le temperature molto rigide, dall'alto scendevano numerose scariche di sassi. Abbiamo fatto un primo tentativo in una giornata molto fredda, salendo circa 100 metri. Nei giorni successivi, con l'arrivo del bel tempo e di temperature più calde, ci siamo resi conto che le scariche diventavano sempre più frequenti. Ci siamo confrontati più volte con i compagni e, alla fine, abbiamo valutato all'unanimità che per noi il rischio era troppo elevato. Abbiamo quindi deciso di cambiare il nostro obiettivo, puntando ad aprire un nuovo itinerario su un pilastro a sinistra della parete, più riparato e sicuro rispetto alle cadute di pietre".

 

Anche il nuovo itinerario individuato da Matteo e compagni, però, si è rivelato tutt'altro che un semplice ripiego: "Nella prima parte, circa 500 metri, l'itinerario sale su roccia, con difficoltà attorno al 6c. Non è un percorso estremo, ma la scalata è molto bella, in un ambiente di alta montagna davvero affascinante. Io e Marco Majori abbiamo condotto la salita, mentre Stefano Cordaro e Alessandro Zeni, che purtroppo non sono riusciti a essere con noi in parete, si sono messi a disposizione per farci da squadra di supporto. Nella seconda parte la scalata prosegue per 600 metri fino alla vetta, su un terreno misto complesso, fra ghiaccio, roccia e neve inconsistente. Abbiamo impiegato quattro giorni per completare l'ascensione, salendo in modo pulito, senza lasciare nulla in parete. Un altro giorno ci è servito per completare la discesa. È stata sicuramente una delle spedizioni più faticose di sempre. Non tanto per le difficoltà, quanto per il continuo salire e scendere, oltre al freddo intenso che abbiamo dovuto sopportare”.

 

In queste difficili condizioni ambientali il supporto delle attrezzature messe a disposizione da Ferrino si è rivelato prezioso.

"Nel corso della spedizione abbiamo avuto modo di mettere a dura prova la nostra attrezzatura - spiega Matteo - La tenda Blizzard a due posti di Ferrino con fondo in Dyneema si è confermata eccezionale per l'alpinismo tecnico. è leggerissima e resistente, ideale per essere portata nello zaino anche in parete. Rispetto a modelli analoghi di aziende concorrenti ho particolarmente apprezzato che questo modello abbia qualche centimetro in più in lunghezza, cosa che consente di tenere all'interno gli scarponi ed eventualmente lo zaino. Inoltre è sufficientemente alta per stare seduti senza toccare il soffitto. È la tenda che abbiamo portato in parete sul Siula Grande ed è stato fondamentale averla perché di notte la temperatura scendeva anche a -20 gradi".

 

Molto positivo anche il feedback delle altre due tende in dotazione: "La monotelo Maverick 2, che avevo già avuto modo di sfruttare in passato, si è confermata un ottimo prodotto: è molto leggera e confortevole, si può anche dormire in tre in caso di necessità ed è molto resistente al vento, con un abside capiente e comodo per cucinare. È un modello ibrido tra tenda super leggera e tenda ultra resistente e più spaziosa. Un buon compromesso per certe salite o campi avanzati. La Trivor 2 è stata invece la mia casa al campo base: si monta velocemente, resiste bene agli agenti atmosferici e ha due absidi molto comodi per entrare e uscire o depositare materiale. Nelle tante notti di pioggia torrenziale non è entrata una sola goccia d'acqua".

 

Lo zaino Instinct in dyneema da 40 + 5 litri è stato invece sulle spalle di Matteo in tutte le fasi della salita e, anche in questo caso, il riscontro è stato più che positivo: "Lo considero uno zaino perfetto per alpinismo! Massima leggerezza, ma allo stesso tempo abbastanza spazio per caricare parecchio materiale. Si è rivelato molto resistente all’abrasione, dal momento che talvolta l’ho recuperato su terreno roccioso e non si è fatto un graffio. Ho trovato lo schienale e gli spallacci molto confortevoli anche a pieno carico. Il fatto di poter togliere il fascione lombare poi è utilissimo quando si veste l’imbrago e si deve scalare".

 

"Siamo davvero felici e orgogliosi per il buon esito della spedizione di Matteo e del gruppo della SMAM - commenta Anna Ferrino, CEO di Ferrino - Una bella avventura, compiuta nel miglior stile, che mette in risalto valori che ci stanno a cuore come lo spirito di squadra e il rispetto dell'ambiente e che ci ha dato un'ulteriore opportunità per testare le nostre attrezzature in condizioni estreme, in un'ottica di costante miglioramento e ricerca di soluzioni innovative".