Elisabetta Dall'Ò
Category: Running
Date of birth: 29 giugno 1981
Nickname: Betta
Country: Italy
_6138e03457a99.jpeg)
La passione è per tutto ciò che si può fare in montagna, ma il cuore batte per le scarpette da running.
Elisabetta, docente di antropologia dei cambiamenti climatici all’Università di Torino, vive la montagna fin da piccola. Padre originario delle Dolomiti e mamma valdostana contaminano positivamente la sua crescita trasmettendole la passione per sentieri, ghiacciaie vette.
Negli anni universitari è poi cresciuto l’animo sportivo che l’ha portata a partecipare diverse gare di corsa in montagna. “Non ho mai avuto pretese, se non quelle di raggiungere i miei obiettivi personali” spiega.
“Ho deciso, dopo molti anni di lontananza dall’agonismo, di prendere parte al TOR30 per spirito di avventura e per cercare di rilanciare un messaggio sui cambiamenti climatici”.
Elisabetta nei suoi studi si occupa di comprendere quali possono essere gli effetti dei cambiamenti climatici sulle popolazioni montane. Partecipare al Tor per lei significa osservare con un approccio diverso quei luoghi a cui dedica la sua vita e la sua professione.
“Significa attraversare una storia che ha unito generazioni, vallate, lingue diverse. Significa osservare la fragile bellezza di ghiacciai alpini, come quelli del Monte Bianco, oggi sempre più a rischio e condizionati dall’azione umana. Per me correre rappresenta un modo per celebrare la bellezza di questi territori”.
Ma anche un’occasione per mettersi alla prova e comprendere fin dove potersi spingere contando solo sulle proprie forze. Non a caso il suo motto è “Per aspera ad astra” – attraverso le asperità si giunge alle stelle –. Esiste frase più indicata per chi sogna il Tor des Géants? “Sarebbe un sogno”.
Elisabetta, docente di antropologia dei cambiamenti climatici all’Università di Torino, vive la montagna fin da piccola. Padre originario delle Dolomiti e mamma valdostana contaminano positivamente la sua crescita trasmettendole la passione per sentieri, ghiacciaie vette.
Negli anni universitari è poi cresciuto l’animo sportivo che l’ha portata a partecipare diverse gare di corsa in montagna. “Non ho mai avuto pretese, se non quelle di raggiungere i miei obiettivi personali” spiega.
“Ho deciso, dopo molti anni di lontananza dall’agonismo, di prendere parte al TOR30 per spirito di avventura e per cercare di rilanciare un messaggio sui cambiamenti climatici”.
Elisabetta nei suoi studi si occupa di comprendere quali possono essere gli effetti dei cambiamenti climatici sulle popolazioni montane. Partecipare al Tor per lei significa osservare con un approccio diverso quei luoghi a cui dedica la sua vita e la sua professione.
“Significa attraversare una storia che ha unito generazioni, vallate, lingue diverse. Significa osservare la fragile bellezza di ghiacciai alpini, come quelli del Monte Bianco, oggi sempre più a rischio e condizionati dall’azione umana. Per me correre rappresenta un modo per celebrare la bellezza di questi territori”.
Ma anche un’occasione per mettersi alla prova e comprendere fin dove potersi spingere contando solo sulle proprie forze. Non a caso il suo motto è “Per aspera ad astra” – attraverso le asperità si giunge alle stelle –. Esiste frase più indicata per chi sogna il Tor des Géants? “Sarebbe un sogno”.
