AVP 501 Trail by Oliviero Alotto

AVP 501 Trail by Oliviero Alotto

AVP 501 Trail by Oliviero Alotto
AVP 501, un trail dedicato alla bellezza che salverà il mondo
Correre per raccontare la storia di una cooperativa che ogni giorno lavora con la disabilità e raccogliere fondi per nuovi progetti.
 
Non corro per vincere, non corro solo per il gesto atletico, corro perché correre cambia la vita, perché alzarsi ogni mattina ed allenarsi è uno stile di vita, un gesto che migliora la giornata dona il sorriso e fa stare meglio. In questi anni, ho deciso di dedicarmi alla corsa su lunga distanza, correre nella natura, tra cime innevate, lunghe praterie, infiniti sentieri, andare avanti anche per cento ore consecutive senza dormire, pensando solo ai sentieri non alla fatica, alla fame, al dislivello ma solo per divertirsi.

Oggi viviamo l’epoca dei social, in cui tutto quello che facciamo va condiviso e messo in rete, in diretta, all’istante… allora perché non trasformare questa passione in una comunità virtuale capace di appassionarsi e di donare qualcosa agli altri?
Per questo quando corro mi piace dedicare le gare o le mie piccole imprese ad una realtà o a un tema.

Quando ho partecipato alla Marathon des Sables ho corso contro i cambiamenti climatici lanciando la campagna #RunBefore2050, questa volta invece ho voluto costruire una campagna di raccolta fondi a favore del Club dei Cento , della cooperativa La Bottega . Quando ho incontrato questa realtà mi ha entusiasmato la loro idea, rivoluzionaria di far vivere ai ragazzi la bellezza di quello che per noi è normale, andare al cinema, uscire a cena o andare ad un concerto. Perché un disabile è prima di tutto una persona.

L’AVP 501 ENDURANCE TRAIL nasce con l’idea di attraversare l’Emilia-Romagna, Marche, Toscana ed i Comuni appenninici delle province di Rimini, Pesaro e Urbino, Arezzo, Forlì Cesena, Firenze, Ravenna, Bologna, Pistoia, Modena, Lucca, Reggio Emilia, Massa e Parma. Collegando le antiche vie dei pellegrini, Francigena e Romea.
L’AVP 501 ENDURANCE TRAIL è una gara attraverso un sentiero sempre percorribile, che ci regala paesaggi mozzafiato in luoghi dove è difficile incontrare qualcuno, un sentiero che si può agevolmente percorrere a piedi correndo o semplicemente facendo un trekking di più giorni, fermandosi a dormire nei paesi lungo il percorso.
Per questo ho scelto questa gara, una zona d’Italia poco valorizzata per il suo aspetto naturalistico, poco conosciuta da chi fa montagna, ma di grande bellezza, una corsa che nasce con l’intento di far scoprire una parte d’Italia poco conosciuta, ma con grandissime potenzialità.
Ho deciso di dedicare questa gara ad una raccolta fondi per la cooperativa La Bottega, in Italia infatti è sempre più diffusa la raccolta fondi legata ad un evento sportivo, attraverso un testimonial che diffonde nella sua rete di contatti e conoscenze la proposta di donazione.
Non voglio qui raccontarvi la mia gara, anche perché purtroppo a metà dopo circa 250 km è stata interrotta per motivi di maltempo, ma anche perché era una prima edizione e probabilmente gli organizzatori hanno sottovalutato l’impegno organizzativo per quella che sarebbe stata una delle gare di trail più lunghe al mondo.

Testo: Oliviero Alotto
Foto: Andrea Vallauri



CHI È OLIVIERO ALOTTO?
"Sono nato a Torino, città che amo profondamente, il 27 febbraio 1983. Nel 2001, insieme ad un gruppo di amici, ho fondato ‘Terra del Fuoco’: un’associazione che si occupa di migranti e cittadinanza, e grazie alla quale sono stati sviluppati diversi progetti tra cui il Treno della Memoria che, dal 2005, accompagna i ragazzi di tutta Italia a visitare i campi Auschwitz e Birkenau. Socio Slow Food dal 2011 e, da gennaio 2017, sono il fiduciario della condotta di Torino.  Appassionato di enogastronomia, amo scoprire le diverse cucine del mondo viaggiando, con focus orientato verso un’alimentazione a base vegetale e salutista più adatta all’attività fisica che pratico. Quando non viaggio, corro: la corsa mi ha rapito e ha cambiato la mia vita, offrendomi una dimensione di consapevolezza del corpo e libertà della mente che sento ogni volta che corro in montagna, sulla strada, nel deserto o dovunque portino i miei viaggi".