Cala Cimenti e il suo Laila Peak con gli sci

Cala Cimenti in vetta al Laila Peak per poi compiere la discesa integrale con gli sci. Un grande sogno che si realizza per il mitico Cala in #Pakistan!

Il 25 Maggio scorso il nostro Cala Cimenti è riuscito a realizzare un grande sogno che aveva nel cassetto ormai da anni: insieme all’amico svizzero Matthias Koenig e Julian Julian Danzer scala fino in vetta il Laila Peak (6.096 m - Pakistan) per poi scendere con Matthias "quella ripida scheggia di roccia” integralmente con gli sci.

Ci siamo fatti raccontare la loro avventura o almeno una parte di essa in attesa di incontrarli in qualche serata per vedere foto, video e non perdersi gli aneddoti più mozzafiato.


LA SALITA

La sveglia suona alle 3:00 e come per magia siamo già tutti svegli per prepararci. Fuori non c’è vento e neanche una nuvola, siamo eccitati. Ci vestiamo, mangiamo un chapati roll ripieno al prosciutto e formaggio preparato in precedenza al campo base e poi partiamo.

Tutti vogliono partire veloci e quindi rimango solo a fare le ultime cose come quando si esce di casa, tipo chiudere tutte le cerniere della tenda, controllare che sia ben assicurata e…. andare in “bagno”!

Parto alle 4:00 esatte, raggiungo Matthias e Julian per poi continuare insieme alternandoci a tracciare. Arriviamo al secondo colle, quello che ci permette di accedere alla parete nord-ovest, in un’ora e mezza. E’ già giorno e possiamo godere di una splendida visuale del K2, Broad peak e i vari Gasherbrum. Fantastico. Mangiamo una barretta, beviamo e nel mentre ci consultiamo se scendere con gli sci di circa 200 metri per immetterci poi direttamente sulla parete nord come hanno fatto i francesi, oppure se continuare ad attraversare sul lato sud fino ad un altro colle che ci permetterebbe di accedere alla parete nord più in alto evitando insidiosi seracchi. Preferiamo alla fine seguire la via dei francesi, così ci cambiamo d’assetto e parto in avanscoperta a cercare il passaggio in mezzo a due crepacci, lo trovo e in un attimo sono in parete a togliermi gli sci e calzare i ramponi. Anche gli altri mi raggiungono e insieme iniziamo a salire. La giornata è ancora bellissima e c’è solo un filo di vento, io ho costantemente i piedi freddi e cerco di evitare il congelamento muovendo le dita continuamente e ogni tanto mi viene la bollita alle mani.

Saliamo sprofondando nella neve fresca alternandoci, supero il punto dove Matthias è caduto nel crepaccio la volta scorsa ma più a sinistra e senza problemi, poi continuiamo a salire tra i seracchi. A 5.600 m non ci sono più seracchi ma la parete diventa più ripida e dobbiamo trovare un passaggio tra le rocce, affrontiamo anche un breve tratto di misto di 5-6 m. La parete qui è intorno ai 50° e la neve non è un granchè ma comunque sciabile. Ci portiamo a sinistra e poi a destra e poi ancora un po’ più in alto fino a circa 5.900 m dove possiamo vedere la cima alla nostra sinistra. Qui facciamo un’ultima pausa: mangiamo, beviamo e poi via di nuovo per un lungo traverso esposto e gli ultimi 100 mt veramente dritti, intorno ai 55°.


LA CIMA

Gli ultimi 20 mt sono veramente faticosi e pericolosi: la parete è super dritta e c’è tanta neve da non riuscire a salire. Scaviamo una trincea verticale e la neve fresca va via lasciando uno strato di ghiaccio sotto i piedi. Ad un certo punto Julian fa un traverso verso destra per cercare un punto con neve più dura, lo trova e in un attimo è in cima, lo seguiamo e siamo in cima anche noi. Che bello, tutti felici, grandi abbracci e pugni contro pugni.

Peccato che proprio in quel momento inizi a rannuvolarsi e a nevischiare. Sono le 10:30, ce la prendiamo comoda mentre cominciamo a togliere gli sci dallo zaino e prepararci per la discesa. La discesa della vita! Ad un certo punto, mentre mi sto stringendo gli scarponi, sento un urlo alle mie spalle, mi giro e vedo Julian che corre verso il bordo sud della cima e guarda in giù imprecando, poi noto che sulla cima c’è solo più un suo sci. Ecco fatto, atmosfera rovinata e Julian che urla e impreca perché ha fatto scivolare uno sci giù dalla parete sud del Laila peak che è strapiombante per più di 400 mt. Julian deve scendere a piedi con picche e ramponi, mi chiede la mia piccozza (siamo saliti con una piccozza a testa) che è più lunga di quella di Matthias e inizia subito a scendere mentre io e Matthias aspettiamo 10-15 minuti per dargli modo di togliersi dalla parte super ripida senza essere investito dal nostro sluff. Passano i minuti e io friggo per andare: ho ancora le dita dei piedi fredde strette negli scarponi regolati per la discesa. Parlo con Matthias e decidiamo che posso iniziare a scendere e che lui mi seguirà dopo un momento. 


LA DISCESA

Entrare in parete dalla cima piatta e un po’ concava è abbastanza impressionante: di colpo ti trovi su uno scivolo ripidissimo, super esposto, ma che cavolo, che emozione, sto sciando il Laila peak, il sogno. Questo pensiero fugace lascia subito il posto alla concentrazione, sento il mio respiro affannato non solo per la quota, valuto la neve che non è tanto bella: 3 cm di neve fresca pesante sopra uno strato di crosta che a volte cede e a volte no.

Lo scivolo è impressionante, è drittissimo e forse la sensazione è amplificata dall’esposizione e dallo scenario al tempo stesso maestoso e terrificante. 55° però ci sono tutti, non posso permettermi di sbagliare. Cavolo però che emozione, sono appeso a questa montagna meravigliosa attraverso pochi millimetri di metallo. Rimpiango di aver dato la mia piccozza a Julian, la neve è insidiosa e derapo per una trentina di metri ma ho le punte degli sci rivolte a destra e prima o poi devo metterle a sinistra per affrontare il traverso, così prendo il coraggio a due mani, mi concentro, salto, un attimo di meraviglioso terrore, atterro dall’altra parte in modo perfetto con le gambe morbide e wow, sono ancora vivo! Ci prendo gusto e faccio ancora qualche curva fino al traverso a sinistra.

Ancora un po’ di suspence su questo traverso esposto e poi sono dentro la parete che a questa quota è costellata di rocce tra cui bisogna trovare il passaggio ma la pendenza scende a circa 50° e la neve è un po’ più sicura. Mi diverto. La fatica nelle gambe si fa sentire e mi fermo spesso, ma mi sto divertendo un mondo.

Intanto la nevicata si infittisce e c’è nebbia, ma io curvo a destra e a sinistra, mi sposto da un canalino all’altro in mezzo alle rocce… sto sciando sul Laila Peak, mi sto divertendoe d è una cosa incredibile!

Ora guardo giù e vedo Julian che è già più o meno a 5.500 m fuori dalla parte alta e ripida, fermo che sta cercando di ripararsi come può dal mio sluff. Faccio una variante al percorso di salita per evitare il tratto di misto che abbiamo fatto in precedenza e trovo un passaggio inaspettatamente comodo e sono anche io nella parete centrale incredibilmente vasta e con una pendenza di 45°, ora posso veramente dare gas con tutte le energie che ancora mi rimangono, ma sono un po’ preoccupato per Matthias che non vedo arrivare.

Raggiungo Julian più in basso e mentre parliamo lo vediamo comparire in alto. Ora è tutto ok, posso rilassarmi e veramente godermi questa sciata speciale. Matthias ed io  decidiamo di farla a pezzi per rimanere sempre a contatto visivo con Julian che scende a piedi più lentamente, ne approfitto per far riposare le gambe.

Ora siamo tra i seracchi della parte bassa, la nevicata peggiora ulteriormente ma noi siamo felici, la neve si fa pesante e marcia, le nostre gambe tengono sempre meno. L’ultimo tratto è di nuovo bello su neve trasformata, scendiamo fino in fondo sfruttando fino all’ultima lingua di neve e poi aspettiamo Julian che non tarda ad arrivare poiché è riuscito a percorrere quest’ultimo tratto meno ripido con uno sci al piede. Poi molto lentamente ci avviamo verso il campo base che raggiungiamo dopo un’ora e mezza, alle 15:00.

Cala ora è ancora in Pakistan pronto per una nuova spedizione che lo porterà sul Gasherbrum II... Stay tuned!

25/05/2018 - Cala Cimenti - Mountain Explorer
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A cura di Sara Croce