GASHERBRUMS EXPEDITION 2017

GASHERBRUMS EXPEDITION 2017

GASHERBRUMS EXPEDITION 2017

Giampaolo “Giampi” Corona, tornato dal Pakistan ci racconta la sua spedizione sul Gasherbrums, un gruppo montuoso localizzato nella regione Nord-Orientale del Baltoro nella catena del Karakoram, sull’Himalaya.

Durante la spedizione Giampi ha utilizzato la tenda Ferrino Manaslu 2 che ha usato per tutti i suoi campi avanzati e ha dormito nel sacco a pelo HL Revolution 1200 WT, usato da molti alpinisti per le spedizioni in alta quota con climi molto rigidi. 

Gasherbrums

Ecco il racconto del protagonista della sua esperienza sul gruppo del Gasherbrums:

“Nello scorso mese di luglio sono stato impegnato in un viaggio in Pakistan (il mio quinto in quel Paese), nella Catena del Karakorum, nel dettaglio sul Gasherbrums.

La zona la conoscevo essendoci stato anche nel 2011.

Gasherbrum

Mi piace alternare spedizioni extraeuropee volte a tentare montagne inviolate o vie nuove, ad altre tentando “8.000” nella maniera più semplice e veloce possibile cioè senza ossigeno e portatori d’alta quota, in autosufficienza. Il più possibile, secondo le mie capacità.

Per quest’ultime ormai da anni non cerco compagni e parto da solo aggregandomi a gruppi misti di alpinisti da tutto il Mondo per dividere costi per i servizi durante i trekking di avvicinamento e al campo base. Poi per la salita in autonomia o a volte con qualche alpinista conosciuto là.

Il mio obbiettivo iniziale era il Gasherbrum I. Poi ampliato anche al Gasherbrum II ( anche se già salito nel 2011). L’intento era di salire prima sul G II preposizionando 1-2 campi, poi (una volta acclimatato) tentare invece il G I in stile alpino.

Qualche alpinista impegnato ai Gasherbrums quest’anno lo conoscevo già ( Boyan Petrov con il quale avevo scalato il Manaslu), altri li ho conosciuti la (Colin Haley, Alberto Innurategi, Juan Vallejo, Marek Holecek e altri ancora).

Le condizioni della montagna non era delle migliori con molta neve fresca oltre i 6000 m e il ghiacciaio che porta a campo 1 particolarmente insidioso per i molti crepacci e ponti di neve da attraversare. 

Gasherbrums 

Dopo diverse spedizioni ho cominciato a conoscere me stesso e come acclimatarmi al meglio. Dopo una pesante preparazione fisica in Italia mi trovo bene a fare un acclimatazione “attiva” in alta quota una volta arrivato al campo base. Corse e “tirate” di 2/4 ore a 5/6000 metri di quota. Per fare questo essendo la parte che porta a campo 1 molto pericolosa per i crepacci avevo localizzato un pendio ripido su una montagna di circa 6.000 m di quota nelle vicinanze del campo base. La utilizzavo come terreno d’allenamento.

Ho raggiunto la cima del Gasherbrum II (8.035 m) il 21 luglio verso le 11 di mattina e sceso direttamente a campo 1 (5.800 m). Avrei voluto raggiungere in giornata il campo base ma la neve cedeva e andavo giù fino al ginocchio ogni passo così ho passato la notte a 5800 m e al base il giorno successivo.

Nonostante le mie condizioni fisiche ottime e la volontà di tentare subito il G I in stile alpino ho dovuto rinunciare. Consultatomi con diversi alpinisti forti e con esperienza presenti al campo base e salendo personalmente a 6.500 m, ho valutato le condizioni pessime e pericolose del G I dal couloir dei giapponesi. Nessuno quest’anno ha scalato il G I dal versante N.

Solo una forte cordata della Repubblica Ceca ha scalato il G I aprendo una via in stile alpino dall’altro versante.

Per poter riuscire nella salita di entrambi i Gasherbrums in breve tempo oltre molto preparati fisicamente e mentalmente, bisogna essere fortunati con meteo e condizioni della montagna. Bisogna mettere assieme tutti i tasselli…

Sono comunque soddisfatto per la mia condizione fisica e mentale ottima. Frutto, oltre che di molto duro lavoro anche o forse sopratutto di esperienza acquisita negli anni.

Un grave incidente è accaduto durante il viaggio di ritorno a Skardu. Una delle 3 jeep che stava trasportando il nostro materiale è uscita di strada finendo nel fiume sottostante. 5 persone sono morte, 2 si sono salvate. Non ho parole per descrivere il mio stato d’animo ed è difficile capire cosa è realmente successo.

Durante i viaggi tra Pakistan, India e Nepal molte volte ho percorso strade come quella tra Skardu e Askole e nonostante ci si renda conto del pericolo si pensa sempre che certi incidenti accadano solo agli altri. Potevo essere su quella jeep.

Ovviamente jeep e materiale persi ma questo non ha importanza. 5 famiglie hanno perso un loro caro.

Il mio prossimo viaggio probabilmente mi porterà in Nepal. In primavera per tentare un’altra montagna di “8.000” ( ad ora ne ho saliti 8 contando il G II due volte) ed in autunno per tentare una montagna mai scalata nella Valle del Langtang”.

Gasherbrums

 

Testo e foto: Giampaolo Corona