Naica, Le grotte di Cristallo

All'inizio degli anni '90, nelle profondità di una miniera d'argento in Messico, è stato scoperto qualcosa di unico sul nostro pianeta.
Una grotta nascosta, sepolta a 300 metri sotto la superficie, dove la natura ha creato da centinaia di migliaia di anni uno straordinario tesoro.
Una scoperta fatta dall'associazione di esplorazioni geografiche La Venta, di cui Ferrino è orgoglioso partner da 30 anni.

Oggi questa storia è un libro


Il Libro

Il Libro

Esplorare e documentare le grotte di Naica ha richiesto cinque anni di rischiose missioni da parte di un team internazionale guidato dall'Associazione La Venta, che ha sviluppato le tecnologie necessarie per sopravvivere e operare in un ambiente mortale. Lo scopo di questo libro è onorare quell'esperienza raccontando come sia stata svolta la spedizione, sopravvivendo e mostrando quella che è forse la più grande meraviglia sotterranea del mondo.
Il volume è a cura di Tullio Bernabei, Antonio De Vivo, Paolo Forti, Francesco Lo Mastro, Natalino Russo.

I numeri
224 pagine a colori
Più di 200 foto e disegni
Carta patinata opaca 150 grammi
3 differenti edizioni: Italiano, Inglese, Spagnolo

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Ferrino e La Venta

Ferrino e La Venta

La storia di Ferino ha 150 anni, quella di La Venta molti di meno, solo 30. Ma agli inizi degli anni ’90, quindi poco dopo la fondazione dell’associazione, le loro strade si sono incrociate, e da quel momento è iniziata una bellissima collaborazione, fatta di sentieri tecnici comuni e di amicizia.
Ferrino produceva tende, La Venta le abitava, le testava, le consumava nei luoghi più impestati; Ferrino produceva zaini, La Venta li stra caricava di corde, moschettoni e vettovaglie e li trasportava lungo ripidi pendii, desolati altopiani e profonde gole di mezzo mondo.
Ma il cammino comune non era fatto solo di produzione da una parte e di utilizzo dall’altra. Spesso ci si trovava di fronte alla necessità di modificare un prodotto in base all’esperienza diretta; La Venta, soprattutto tramite Giovanni Badino, indicava le criticità, Rosanna e Giorgio ne facevano tesoro, intervenendo dove possibile per migliorare i prodotti.
Vi erano poi situazioni in cui La Venta scopriva di aver bisogno di materiali che sul mercato non esistevano. Da un certo punto di vista è sempre stato il destino degli esploratori e degli speleologi in particolare, proprio perché si esplora un mondo nuovo, e un mondo nuovo ti sorprende e per essere esplorato ha bisogno di nuovi strumenti. Spesso ci si arrangia, ma in alcuni casi vi è bisogno di un supporto tecnologico. Anche in questi casi Ferrino ha saputo ascoltare, analizzare i problemi, cercare e trovare soluzioni.

Furono molti i prototipi, moltissimi i test, realizzati in forni di carrozzeria, saune, bagni turchi. Alla fine si giunse al risultato finale, che permetteva permanenze fino a oltre 1 ora.
Ma in cosa consiste la Tolomea?
La Tolomea è un sistema passivo di assorbimento del calore, finalizzato a permettere le operazioni in ambienti ad alta temperatura e altissima umidità, nei quali quindi i processi di smaltimento per evaporazione sono soppressi.

Il calore che l’ambiente cede al corpo è dovuto a:

1) flusso di calore sensibile se la temperatura ambiente è maggiore di quella corporea;
2) flusso di calore latente di evaporazione se il punto di rugiada dell’aria ambiente è a temperatura maggiore di quella del corpo.

Entrambi i flussi entrano sia dalla superficie esposta che dall’aria inspirata.
A questo calore va aggiunto il flusso di calore prodotto dal corpo (da 100 a 400 W) che deve essere smaltito per mantenere costante la temperatura corporea.
La tuta Tolomea

La tuta Tolomea

L’elenco sarebbe lungo, ma l’esempio più significativo è certamente rappresentato dalla tuta Tolomea.  

Erano i primi anni 2000, e La Venta aveva avuto il privilegio di visitare, tra i primissimi, la Cueva de los Cristales di Naica, nello stato messicano di Chihuahua. Un ambiente paradisiaco per ciò che conteneva e infernale per le condizioni climatiche, 48° C e 100% di umidità, oltre 100° C di temperatura percepita: impossibile restarvi a lungo senza una protezione adeguata, quindi impossibile studiarla e documentarla. Bisognava trovare sistemi per proteggersi il corpo dal calore e respiratori per salvare i polmoni. Sistemi passivi, che non avessero bisogno di alimentazione dall’esterno.

Nacque così la tuta Tolomea, frutto della genialità di Giovanni e della perizia di Ferrino. Il sistema è stato denominato “Tolomea” in onore dell'omonima zona dell'Inferno, Canto XXXIII

 “... là 've la gelata
ruvidamente un'altra gente fascia”

L’idea è quella di far assorbire il calore da uno strato di ghiaccio che, fondendo, assorbe calore latente di fusione in ragione di circa 0.3 MJ/kg, sia a livello di vestiario che a livello di aria inspirata.

La tuta consiste di quattro strati che dall’esterno all’interno sono:

1) primo strato impermeabile, per rendere minima e non penetrante la condensazione;
2) secondo strato isolante, per ostacolare il passaggio di calore dal primo al terzo strato;
3) terzo strato, una tuta coperta a circa il 50 % della superficie da tubi di silicone pieni di ghiaccio;
4) quarto strato isolante, per ridurre la perdita di calore dalla pelle verso il terzo strato.

L’unità di respirazione (Sinusit) consiste in una riserva di ghiaccio che raffredda una serpentina con scambiatore di calore. Essa da una parte è aperta verso l’ambiente e dall’altra ha una pompa in aspirazione che scarica l’aria raffreddata sul viso dell’operatore, in modo da raffreddarne la pelle esposta, gli occhi e l’aria inspirata.
I respiratori li ha costruiti in casa La Venta, grazie alle grandi competenze di un socio in particolare, Cagiu, ma anche in questo caso Ferrino ha dato un contributo fondamentale: gli zaini dedicati per trasportarli.

 

Son passati molti anni dalle ultime esplorazioni a Naica: con molte probabilità non ci si potrà più tornare, e presto la grotta sarà sommersa. Quel che resta è la memoria, incisa in un libro, fatto di ricordi, spiegazioni e immagini. Frutto, anche, di quel cammino comune iniziato trent’anni fa.