La Sostanza del Ripido, Enrico Mosetti racconta il freeride

La Sostanza del Ripido, Enrico Mosetti racconta il freeride



“Cercare la miglior neve possibile, sciarla nel miglior modo possibile”
La sostanza del ripido per Enrico Mosetti

Enrico Mosetti, per tutti “Mose”, non necessita di molte presentazioni. Per lui parlano le curve disegnate sui più ripidi canali delle Giulie, le montagne su cui è nato e cresciuto, quelle che l’hanno formato alpinisticamente e sciisticamente, prima di consegnarlo alle vette del mondo. Guida alpina ha raccolto il testimone di Mauro Rumez lanciandosi nel mondo del freeride e del ripido. Ama il ripido, lo cerca trovando soddisfazione nell’adrenalina della discesa, quella che l’ha portato a cercare emozioni prima sulle montagne alpine, poi su quelle sud americane e ancora in Nuova Zelanda, dove realizza una delle sue imprese più belle: la Caroline face del Mount Cook. Una linea già tentata da molti, ma che nessuno era riuscito a compiere nella sua interezza. L’anno scorso poi, la prima ripetizione della trilogia Comici, sulle orme dell’amico Federico Deluisa che per primo nel 2015 ha avuto l’intuizione di poter scendere i profondi canali, tra Alpi Giulie e Dolomiti, che ospitano le vie del celebre scalatore triestino: Forca Berdo (Alpi Giulie), Punta Tre Scarperi (Dolomiti di Sesto) e Sorapiss (Dolomiti ampezzane).

Ma il ripido è qualcosa che devi sentire dentro, come raccontano le parole di Enrico, devi percepirne la vibrazione. Ma devi anche muoverti in sicurezza, cosciente di ciò che stai facendo, per limitare al massimo il rischio e goderti una giornata in montagna. Oggi il “Mose” si racconta e attraverso la sua esperienza lascia qualche consiglio a chi vuole provare a fare un passo in più, spingendosi un po’ oltre la propria zona di comfort per provare nuove emozioni e scoprire un mondo fatto di powder.