SLOW RIDE GARGANO

SLOW RIDE GARGANO

Slow Ride Gargano

Slow Ride Gargano è un viaggio outdoor, un documentario e il racconto di un territorio vissuto in maniera lenta, visto da prospettive diverse, a stretto contatto con la natura. Bicicletta, canoa e tenda

L’autore è Nicola Totaro, fotografo di origine Pugliese che la scorsa primavera ha intrapreso un viaggio in bikerafting all’interno del parco nazionale del Gargano, una meta turistica nota ai turisti balneari ma pressoché sconosciuta ai bikers.

Con lui, una Lightent, una Kunene impermeabile e la voglia attraversare foreste, scogliere, mare. Scopriamo il suo viaggio attraverso il suo racconto…

Oggi giorno tendiamo a definire l'avventura sulla base del flusso infinito di immagini esotiche e sfolgoranti che i social media ci propinano giornalmente. Tuttavia, non è necessario volare dall'altra parte del pianeta per intraprendere un’avventura. Non c'è bisogno di essere un atleta sapientemente addestrato o ricco per avere un'avventura. Non fraintendetemi, a chi non piacerebbe poter attraversare un continente svegliandosi all’alba per inseguire il tramonto o solcare i mari alla ricerca di onde da surfare. Ma il problema oggi non è la mancanza di ispirazione o di entusiasmo per le sfide. La popolazione mondiale è sempre più urbanizzata, affollata e bloccata davanti a uno schermo. Siamo costantemente senza tempo. Siamo frettolosi, troppo impegnati, le giornate ci sembrano troppo brevi. Eppure, alla fine della maggior parte di queste non abbiamo la sensazione di aver fatto qualcosa di memorabile. Che spreco!

I lunedì passano e del resto la vita è ciò che ti succede mentre sei impegnato a fare altri progetti.

Per questo la scorsa primavera ho deciso di vivere un’avventura a cui pensavo da tempo. Prendere la mia bici, il mio packraft e la mia tenda per girare il Parco Nazionale del Gargano.

Come tanti altri miei coetanei, anni fa ho dovuto lasciare il posto in cui ero nato per seguire le mie ambizioni lavorative trasferendomi a Milano. Un posto molto differente rispetto a quello in cui sono cresciuto, dove splendide montagne rocciose si affacciano su un tratto di costa unico nel suo genere fatto di grotte, faraglioni e piccole baie. Il mare color smeraldo circonda un’antica foresta di faggi dichiarata Patrimonio mondiale dell'Umanità, il polmone verde del Parco Nazionale del Gargano. Un parco dove prosperano un terzo delle specie della flora italiana e una biodiversità con pochi eguali.

Quando torno nel mio paese natale Monte Sant’Angelo, una piccola perla bianca incastonata tra cielo e mare, cerco di rallentare i miei ritmi e di vivere a contatto con la natura.

Gran parte di ciò che ha reso il viaggio rilassante è stata la voglia di non avere fretta nel percorrere l'intero percorso di soli 120km, la distanza perfetta per un viaggio di 3 giorni.

Non tutti i viaggi in bikepacking hanno un inizio così piacevole. Prima di salire in sella alla mia bici, una bellissima alba mi ha fatto dimenticare di quelle apprensioni che di solito accompagnano questi viaggi. Ho portato abbastanza cibo e acqua? Ho preso la pompa? Sono troppo pesante? Non ho pensato a nulla di tutto ciò, avevo solo voglia di partire e di lasciarmi tutto alle spalle per qualche giorno.

Dopo aver attraversato il centro storico di Monte Sant’Angelo, un labirinto di case bianche di epoca medievale, ho lasciato il paese attraverso un antico sentiero. Scannamugliera è una delle più antiche mulattiere esistenti che sin dalla fine del V secolo veniva usato dai pellegrini per visitare la Grotta dell’Arcangelo Michele, oggi patrimonio dell’umanità.

Il panorama è da mozzare il fiato. Durante i 700 metri di dislivello negativo ho fatto fatica a rimanere concentrato sul trail pieno di rocce molto insidiose.

Con l’avvicinarsi del mare il territorio cambia. Lungo i pendii dapprima ripidi, poi sempre più dolci, inizia una distesa di olivi che arrivano sino al mare, il vero protagonista di questa terra. È lui il motivo per cui ho deciso di portare con me il mio packraft.

Adoro il bikerafting perché credo sia la perfetta combinazione di due modi diversi di viaggiare. Da una parte la mtb con le sue alte velocità e la tecnica, dall’altra una canoa gonfiabile che ti permette di proseguire anche quando un trail incontra il mare, ma più lentamente in modo da avere tutto il tempo necessario per scrutare la costa da un punto di vista differente, ammirarne i colori, gli odori e perdersi osservando i gabbiani che planano a pelo d’acqua. Mi piace la possibilità di dormire in spiaggia sotto le stelle con la mia mountain bike e di raggiungere luoghi inaccessibili in bici, poco battuti, di fare viaggi che altrimenti sarebbero impossibili.

Difficile descrivere l’emozione che ho provato a percorrere la linea costiera che va da Macchia a Vieste.

Dal mare ho potuto ammirare le bianche rocce sedimentarie con tutti gli strati in evidenza, i faraglioni modellati dalle onde, le baie e le stupende grotte dove è facile rimanere abbagliati dal verde smeraldo del mare che si riflette nelle bianche pareti rocciose.

Per fortuna il meteo è stato clemente e mi ha permesso di godere a pieno dei colori e dei profumi del mare.

Per dormire ho scelto le spiagge più belle, Baia dei Mergoli con i suoi due faraglioni e l’alta scogliera bianca alle sue spalle e baia di Porto Greco immersa nella macchia mediterranea con la sua torre costiera risalente al 1600.

Dopo aver trascorso due notti sulla costa, ho ripiegato il packraft, montato la bici e ho ricominciato a pedalare verso la Foresta Umbra. Presto l’ombra dei faggi mi ha riparato dal caldo sole di maggio che a fatica riusciva a farsi strada tra i rami degli alberi. La foresta umbra è una delle più grandi d’Europa e trovarsi al cospetto di faggi che raggiungono anche i 40 metri mi lascia sempre senza parole. Qui Il silenzio è rotto solo dagli animali e gli uccelli che ci vivono e dal rumore delle foglie mosse dal vento. La tappa perfetta per recuperare le energie prima di tornare a casa e alla vita di ogni giorno.

Il viaggio è stato un grande momento per me. Sono stati tre giorni spensierati, con la giusta dose di avventura.

Il Gargano è una meta balneare presa d’assalto da milioni di turisti durante l’estate, ma in primavera e autunno diventa un posto magico dove i profumi, i colori e il silenzio ti avvolgono e non ti lasciano più facendoti innamorare follemente di questo parco.

 

Mi ci è voluto un po' per realizzarla, ma d'ora in poi, ogni volta che ripenserò alla mia avventura - come sto facendo ora - potrò apprezzare di aver trasformato un desiderio in ricordi. E tutto questo semplicemente perché alla fine ho colto l'occasione per rendere possibile questa avventura”.

 
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