Giulia Zanovello - Scappo dalla città per amore

Giulia Zanovello - Scappo dalla città per amore

Giulia Zanovello - Scappo dalla città per amore

ITW by Denis Piccolo

 

Giulia, raccontaci un po’ di te. Come sei arrivata alla corsa?

La mia storia con la corsa inizia nel 2017 ed è legata a quella di Giuditta Turini e Franco Collé. Ho iniziato a correre nel 2017. Quell’anno Giuditta si iscrisse al Tor Dret e mi chiese di farle assistenza: prima di allora non avevo mai fatto gare, né corso in generale. Sono così entrata nel mondo della corsa e dopo quell’esperienza ero così felice per il risultato ottenuto da lei che ho sentito la voglia di iniziare.

Ho iniziato andando ad andare in montagna camminando un po’ più velocemente del solito, ma la svolta decisiva c’è stata quando lei e Franco hanno deciso di iscrivermi alla mia prima gara, l’Ibiza Trail Marathon, 42 chilometri a picco sul mare.

In autunno, finita la stagione, ho iniziato a correre sulle Alte Vie in giro per la valle vicina  Gressoney ed è stato durante queste corse che ho iniziato a maturare l’idea di partecipare al Tor de Géants dell’anno successivo. Dopo il primo Tor mi sono iscritta a sempre più gare che mi hanno permesso, soprattutto nell’ultimo anno, di raggiungere alcune soddisfazioni personali. Io sono nata a Gallarate e mi sono trasferita a Gressoney per amore, senza aver mai fatto sport in montagna. Qui sono tutti atleti, ed è normale. Per me passare da zero ad arrivare settima nella classifica femminile nel Tor, dopo 117 ore di gara, è stata una enorme soddisfazione.

Com’è stato cambiare vita da Gallarate a Gressoney?

La mia vita è cambiata molto e in meglio. A Gallarate avevo una vita abbastanza canonica: laurea, amici, aperitivo in città. Poi, quando ho conosciuto Roberto e sono venuta a vivere a Gressoney ho iniziato a fare cose diverse. Le mie amiche di città mi chiedono spesso come passi il tempo qui. Ho iniziato ad arrampicare dopo qualche vacanza in Francia, e anche se non è il mio sport mi sono tolta qualche soddisfazione. Poi gli orizzonti si sono allargati quando abbiamo conosciuto Franco e Giuditta e ho iniziato a correre. Ormai vivo qui da 8 anni e certe volte vorrei tornare a Gallarate per vedere la mia famiglia o per cambiare aria, ma la lontananza dalla montagna la sento sempre di più. I miei interessi sono cambiati e dopo un po’ che sono in città inizio a trovare le giornate un po’ vuote. I miei genitori hanno una casa a Gressoney da quando sono piccola, per cui capita spesso che salgano a trovarmi, è un modo per vederci, e per loro vedere che stiamo costruendo qualcosa di solido qui.

  

Vuoi parlarci dei due Tor?

Il primo è stato qualcosa di davvero enorme. Ricordo quasi di più le sensazioni del primo che del secondo: alla partenza ho pianto tutto il tempo, prima di partire e mentre attraversavo il centro di Courmayeur. Ero davvero emozionata, forse troppo. È andato benissimo, ma non essendo pronta mentalmente l’ho vissuto male. L’ho finito perché sono testarda, lo sono sempre stata, ma non perché fossi realmente pronta. Quest’anno, essendo stata la mia seconda esperienza, ho reagito bene e adesso, a qualche giorno dalla gara, mi sento bene.


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